Regni

                         

«Osserva ora» io dissi «che cosa rappresenterebbero per costoro lo scioglimento dai loro legami e la guarigione dalla loro follia, se per natura accadesse loro qualcosa di questo genere. Quando uno fosse sciolto e improvvisamente costretto ad alzarsi, a girare il collo, a camminare, ad alzare lo sguardo verso la luce, tutto questo facendo soffrirebbe e a causa del riverbero non potrebbe fissare gli occhi sugli oggetti di cui prima vedeva le ombre; che cosa credi risponderebbe, se qualcuno gli dicesse che prima vedeva semplici illusioni, e che ora, più vicino all’essere e rivolto verso oggetti dotati di maggiore esistenza, vede in modo più corretto, e se inoltre, mostrandogli ognuno degli oggetti che sfilano, gli chiedesse che cosa è, e lo costringesse a rispondere? non credi che sarebbe in difficoltà e riterrebbe che ciò che vedeva prima era più vero di quel che adesso gli si mostra?»

Platone, il mito della Caverna




Un respiro profondo, le palpebre calano come notte. L’aria ingravida il ventre, sale al Cuore attirata da un magico magnetismo.

A occhi chiusi s’alza il sipario nel Cuore. S’apre la vista ai due Regni. Il primo nasce dal basso, il secondo dall’alto.

Il primo è piano inclinato, sfavillante nelle sue luci, facile a caderci. Decine di porte si aprono sul fondo, facile entrare, si fatica ad uscire. La luce è illusione, è un gioco di specchi, governa l’ombra, porta a morte certa.

Il secondo è salita impervia. Governa la Luce, porta a Vita vera. Si sale sognando, inspirando l’affanno del giorno, accogliendo il giogo e rimettendo la fatica nelle mani giunte in preghiera. Si sale lentamente.

Funambolo fra luci e ombre, tra regni, resisti. Cerchi la confessione che porta a Verità. Fili la tua preghiera, ricami l’Anima con lodi al Dio che perdona.

Nell’età che ti accompagna lungo il fiume ti appresti a spogliarti delle carni, pronto a lasciar l’Anima sciogliersi come neve nel bianco dell’inverno. Non hai paura per te ma per chi ha intrecciato con te nodi d’amore.

Le lacrime bagnano gli occhi, in quegli stessi occhi su cui è impressa l’immagine di quel bambino che guardando il corpo di un morto continua a tremare. Trema nel silenzio di una stanza bianca e chissà in quale frastuono nella sua testa. Il frastuono dei suoi pensieri, delle sue paure. Il frastuono della Morte che si è presentata a lui senza alcun avviso, violenta e crudele priva di apparente giustizia. Quella Morte che gli ha trafitto l’anima così come nessuna ferita visibile avrebbe mai potuto fare.

Funambolo ti chiedi quale sia il tuo lato di Luce. È ombra ciò che cela quella luce?

Ti salverai? Scamperai all’ombra? Sarai capace di sciogliere i nodi delle illusioni che ti legano al regno del basso?

Guardi il vuoto che vuole ingoiarti. Procedi a mani basse senza aver paura di perdere l’equilibrio. 

Dal regno del basso al Regno dell’alto. 

È un arrendersi, è un cadere verso l’alto con peso di croce. 

Amare è esistenza al di là di un velo da sposa.

Il coraggio della Scelta è seme di Fede.

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