Prospettive
Dio non si sfida!
Nasci in grembo, muori in grembo.
Accarezzato dapprima con l’Anima poi con la mano tremante.
Nel rigore della Morte insegni il dolore profondo, il silenzio nello spasmo.
Nasci in grembo, muori in grembo.
Accarezzato dapprima con l’Anima poi con la mano tremante.
Nel rigore della Morte insegni il dolore profondo, il silenzio nello spasmo.
Doveva vincere l’Amore.
Dio non si sfida!
Il pianto ti accoglie, lava via gli umori che ti vestono e, il Cuore in uno spasmo sembra morire, come se quel cordone spezzato nutrisse anche te.
Non sembra ci sia scelta al buio che investe. Coperti gli occhi celi il pudore di una morte, il disgusto, il senso di colpa che ti incorona carnefice.
Sull’orlo di quel bersaglio mancato ti senti tirare giù. Il senso di vuoto resta dentro come cancro incurabile.
Il pianto ti accoglie, lava via gli umori che ti vestono e, il Cuore in uno spasmo sembra morire, come se quel cordone spezzato nutrisse anche te.
Non sembra ci sia scelta al buio che investe. Coperti gli occhi celi il pudore di una morte, il disgusto, il senso di colpa che ti incorona carnefice.
Sull’orlo di quel bersaglio mancato ti senti tirare giù. Il senso di vuoto resta dentro come cancro incurabile.
Il buio è metastasi, espande i giri della sua ragnatela.
A quel Vuoto chiedi: perché mi tieni ancora in Vita?
Vorresti gridare ma il pianto ti ingoia la voce. Lasci una mano sugli occhi, l’altra ti segna il corpo con segno di Croce, invochi il perdono con ali di spine.
Disatteso l’Amore cosa potrà far più male, cosa potrà mai allietare nuovamente l’anima: Il perdono? Un’amara conseguenza?
L’assoluzione sembra non bastare, una mano resta sugli occhi, l’altra sul Cuore.
Lo spazio e il tempo: l’ago e il filo della ferita.
A quel Vuoto chiedi: perché mi tieni ancora in Vita?
Vorresti gridare ma il pianto ti ingoia la voce. Lasci una mano sugli occhi, l’altra ti segna il corpo con segno di Croce, invochi il perdono con ali di spine.
Disatteso l’Amore cosa potrà far più male, cosa potrà mai allietare nuovamente l’anima: Il perdono? Un’amara conseguenza?
L’assoluzione sembra non bastare, una mano resta sugli occhi, l’altra sul Cuore.
Lo spazio e il tempo: l’ago e il filo della ferita.
La preghiera: la memoria, il balsamo per lenire
l’eco del sangue raggrumato.
Cerchi una prospettiva di Misericordia che ha il gusto e il tocco di una promessa, di una richiesta a chi si ama… Mai più!
Fuori piove, hai imparato a vestire il quotidiano della tua debolezza. Instancabilmente chiedi: mi perdonerai mai?
E la preghiera è un lasciare andare, giorno dopo giorno. È luce che riempie il Vuoto. È prospettiva di una salvezza a vele spiegate perché l’assoluzione porti a ricongiungere l’ordito che segna il passo di ciascuno e ciascuna con l’altro e l’altra, dell’orfano col padre e la madre, delle vittime coi carnefici, del Tutto sul sentiero di Dio.
Preghi con quella libertà speciale di chi ha Fede per sentire dentro il perdono.
Preghi per poter ricominciare, per trovare la giusta quiete e perché possa un giorno farti trovare con le braccia aperte.
Cerchi una prospettiva di Misericordia che ha il gusto e il tocco di una promessa, di una richiesta a chi si ama… Mai più!
Fuori piove, hai imparato a vestire il quotidiano della tua debolezza. Instancabilmente chiedi: mi perdonerai mai?
E la preghiera è un lasciare andare, giorno dopo giorno. È luce che riempie il Vuoto. È prospettiva di una salvezza a vele spiegate perché l’assoluzione porti a ricongiungere l’ordito che segna il passo di ciascuno e ciascuna con l’altro e l’altra, dell’orfano col padre e la madre, delle vittime coi carnefici, del Tutto sul sentiero di Dio.
Preghi con quella libertà speciale di chi ha Fede per sentire dentro il perdono.
Preghi per poter ricominciare, per trovare la giusta quiete e perché possa un giorno farti trovare con le braccia aperte.
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