Presepe
Era
bianco e sembrava di neve il mio primo presepe.
La
città in cui tutto accade accoglie nella sua tradizione la nascita di Dio.
Racconta
il Vangelo per immagini.
La
voce nasce dal silenzio dei volti di terracotta.
È
dialetto nei labirinti fatti di strade, nell’osteria, nel banco del pesce, nei
corpi sospesi tra il dolore e la meraviglia.
Il
presepe è Sentiero che conduce alla fiaba della Vita.
È
racconto contagioso che fotografa lo stupore.
È
movimento che si condensa in una paralisi meravigliosa di adorazione.
Era
bianco e sembrava di neve il mio primo presepe.
Narra
del popolo che ha bisogno di rinascere in un mondo sospeso tra Bene e male.
Nel
buio dei vicoli, negli scorci, la Stella Cometa indica il confine che separa il
buio dalla Luce.
Nei
vetri il riflesso delle luci di Natale, nella penombra gli occhi del
bambino che ero colmi di meraviglia.
Gravito
in quel mondo sospeso sorretto da ali di Vento.
Nel
soffio di Gioia pura che emana la magia della Creazione, nel Dio che si fa
Uomo, credo nella possibilità di salvezza.
Sono
nell’abbraccio di quel Dio bambino.
Nello
spazio sospeso nel tempo, nel sorriso di misericordia di quel Bambino, il presepe
è fiamma viva che deterge e illumina.
Era
bianco e sembrava di neve il mio primo presepe.

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