Tu da che parte stai?

Incrociate le gambe si mise a sedere e, mentre il sole sembrava bagnarsi nel mare pensò fosse giunto il tempo di abbandonare quell’Io carico di ombre. 

Il vento fu schiaffo sul viso e sembrò spronarlo a chiedersi:

Tu da che parte stai? Da quale parti volgi lo sguardo?

In quel tempo di attesa sentì la rabbia, era amara sulla lingua. Ne ingoiò il veleno. Sul palato sentì ancora il dissapore.

In quel tempo di veglia sentì la paura. Lievitava nel ventre al cospetto di un respiro strozzato in gola.

Sentì il disgusto di quella parte di sé che volgeva lo sguardo altrove, lì nell’ombra.

Il pudore della sua fragilità si nascondeva allo sguardo di Dio.

Osò chiedersi ancora: tu da che parte stai?

Quell’Io carico di ombre gli sfigurava il volto. Le ferite erano divenute maschere e le maschere credenze.

Assuefatto ai racconti del suo sé si era illuso di esser vittima.

Era stanco di essere stanco. Nella resa scorse l’abbraccio.

Il vento fu di nuovo sul viso, delicata carezza da un Altrove ignorato.

E tu da che parte stai?

Lo sguardo si volse all’interno. Lasciate le vesti nere d’inganni si ritrovò nudo.

Al cospetto delle sue fragilità volse lo sguardo a Dio.

E tu da che parte stai?

Il silenzio mutò in preghiera e fu ossigeno per l’Anima.

Lo sguardo si volse al Cielo e lo stupore nei suoi occhi fu lama di spada.

Si sentì squarciato nel grembo e sentì quell’Amore ignorato.

Sentì il suo Cuore battere come tamburo in guerra.

Sentì un fiore sbocciare sul dorso e una lacrima cadere dal ciglio fino al torace.

E tu da che parte stai?

Voglio essere nella Luce che spazza via le ombre gridò.

 


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