Reti
Le mani davanti al volto, sui palmi la storia della sua vita, gli anni inanellati come perle su filo spinato. Volse il suo sguardo a destra, il palmo della mano era ancora innanzi agli occhi. L'altra mano si aprì verso sinistra illudendosi forse di poter allontanare quelle visioni. Abbassò le mani e fece un respiro profondo. Poi come insegnava la forma prese a camminare e si immaginò funambolo su quel filo di perle. Fece passi decisi lì dove sentiva spine come a marcare la sua voglia di vivere. Di nuovo respirò profondamente. Portò i palmi di fronte al cuore poi espirando allontanò quelle mani da sé come a voler alleggerire quel cuore della storia che vedeva scritta su mano. Intanto i suoi piedi si ancoravano alla terra e alla Vita. Ancora un respiro, lungo e profondo.
Le mani tornate al petto venivano chiamate verso l'alto. Lo sguardo al Cielo era gratitudine che raccolta, nutriva le sue radici e il suo centro. L'ennesimo respiro profondo e sempre più silenzioso. Le mani tornarono al volto. I palmi erano palpebre spesse su storie di Vita.
Un intimo e profondo respiro e le acque profonde si agitarono e si rimescolarono. Il corpo si fece calco di grembo. Si contrasse, fu dapprima corda tesa poi si allentò e si accordò al battito del cuore.
Guardò così alla sua storia e l'interno si mosse all'esterno. Fu moto d'onda... più la memoria disseppelliva ferite più forte era la forza con cui il corpo ne faceva echi talvolta di grida e pianto. E in quel moto di marea che confondeva l'interno e l'esterno il respiro gli insegnò quanto ancora in lui fosse tanta l'acqua che gelava nelle sue cellule. Forse lacrime mai piante, forse doni inespressi, voci taciute, baci di labbra serrate, abbandoni e umiliazioni di lesa maestà, sospiri strozzati in gola di lutti e vergogna.
L'acqua fu ghiaccio e maschera di rigide debolezze. Si figurò nelle reti che la Vita aveva tessuto per lui.
Quell'intima visione fu dono di consapevolezza.
Si chiese quanti talenti fossero ancora segreti, quante erano state le perle che non aveva saputo valorizzare e quanto fosse ancora un segreto il suo Yong, Ming, Fa alla luce di una fede ritrovata.
Chiuse gli occhi.
La notte mostrò su palpebre i tesori e le ossa rotte, i ritagli di giornale, le foto in bianco e nero di una vita raggrumata in forma di stella del peso di lacrima.
Quando all'alba tornò ad aprire gli occhi e vide la sua storia scorrere ancora su palmo e dorso di mano ricordò una frase letta qualche giorno prima. Era scritta su un foglio appeso al muro di una vecchia macelleria a pochi passi dal mare e recitava:
"Io amo la croce, la croce sola; l'amo perché la vedo sempre alle spalle di Gesù." Padre Pio.
Sorrise e quella lacrima che vestiva gli occhi divenne velo di sposa.

Commenti