Elementare
Figlio nel sangue, figlio nel cuore
E chi ti chiama 'nostro Signore'
Nella fatica del tuo sorriso
Cerca un ritaglio di Paradiso
Per me sei figlio, vita morente
Ti portò cieco questo mio ventre
Come nel grembo e adesso in croce
Ti chiama 'amore' questa mia voce
Tre Madri, Fabrizio De André
Carezzò le sue mani come fosse l’ultima volta. Ne fece calco sulla pelle.
La paura della perdita gli gelò il ventre. Non si è preparati mai abbastanza, pensò.
E mentre le immagini della loro Vita insieme si diluivano negli occhi lucidi unì le mani in preghiera.
Del suo silenzioso pensare ne fece un segreto che nel Cuore fece eco.
Cercò la forza dell’attesa, della fede, la forza della prima vera Madre.
La ragione non è nelle logiche del Cielo, pensò.
Con cura provò a unire nel respiro l’ombra e la luce che si alternavano nella sua testa.
Cercò la forza dell’umiltà, la forza del primo vero Padre.
La ragione non è nelle logiche del Cielo, pensò.
La lacrima che gli rigò la guancia fu seme di pace.
Nello spazio tra le vertebre che il Destino custodisce, sentì quel vento di ribellione che chiedeva solo di esser accolto, di mutare il peso in ali.
Cercò il primo vero Figlio.
Chiuse gli occhi e andò incontro a quella mano che si apriva verso di lui.

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