Doni
Per me sei figlio, vita morente,
ti porto cieco questo mio ventre,
come nel grembo, e adesso in croce,
ti chiama amore questa mia voce.
Fabrizio De Andrè
E il vecchio gli chiese: cosa faresti se morisse tuo figlio?
Lui restò a mezz’aria, le labbra appena separate.
La lingua vibrò. Deglutì e la saliva lasciò sul palato un sapore metallico. Venne un respiro, profondo.
Si fece spazio come un’eco fin nella pancia e allora con un filo di voce disse: Guarderei le stelle. Cercherei nelle stelle quel filo che unisce le Vite che ho vissuto e quelle che mi hanno accompagnato di Vita in Vita.
Lo stupore si declinò sul viso e il segreto si svelò negli occhi.
Siamo raggi di una ruota, connessi al mozzo e al mozzo facciamo ritorno. Apparteniamo al cerchio che tutto confina e racchiude.
Il cerchio ha il suo centro.
Da quando è nato mio figlio medito sulla sua morte, è un insegnamento ricevuto, un dono.
Medito sulla morte, respiro e mi sento grato.

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