Il Guerriero
L’armatura era venata di sangue. Il rosso s’era rappreso, era divenuto prigione e ora pesava come piombo.
Il Guerriero afferrò ancora una volta la sua spada e ne sentì l’onore.
Mentre si inginocchiava la puntò verso l’alto, poté ascoltare il suono delle mille battaglie.
Sentì il peso dei suoi sbagli e di tutte le volte che non seppe onorare la spada, di tutte le volte che tradì l’Anima.
Il dorso della spada scivolò poi sulla schiena, il Guerriero socchiuse gli occhi e sulle palpebre si impresse la Vita.
Sotto il peso dei sensi di colpa si sentì schiacciato e trattenendo le lacrime pianse nel Cuore la sua agonia…
Tagliò poi con un fendente le radici dell’ombra di sé stesso e restituì il buio al buio.
Fece volteggiare la sua spada. Fu vento. Furono ali.
Espirò e il rosso del sangue rappreso si congedò dall’armatura.
Sciolto fu lacrima bianca.
E così l’Anima poté, ora vergine, consegnare all’Universo il nettare della sua rinascita.

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