Poesie II


Incontri

Ci incontriamo negli occhi. 

Silenti a domande scomode.

Sfuggenti per paura di innamorarci.

Restiamo prigionieri degli occhi.

Sospesi nel più profondo dei respiri.

Nello spazio, tra gli sguardi, resta l'ombra di noi.


Al di là

È viscerale, profondo.

Al di là del sipario della ragione.

È amore anamorfico.

Intimità e connubio di quel che di te resta in me.

Al di là del corpo.


Pesi

A volte sento il peso dell'anima gravare sul corpo.

Piango. Non asciugo alcuna lacrima. 

Il trucco di sale agli occhi brucia.

L'anima ha voglia di uscire.

Inquieta si arrende al corpo sfibrato, stanco, ubriaco di mali.

A volte sento il peso dell'anima gravare sul corpo e sogno di volare.


Addii

Lo vidi allontanarsi nella notte.  

Ingoiando metri e metri di luce, di buio, la sua ombra divenne un gigante.

Il corpo silenzioso elencò nel lontano.

Lo vidi scomparire e di lui restò l’ultimo abbraccio.

Vento leggero sulla pelle, neve nelle viscere. 

Gelai in quell'addio silenzioso e mi vestii delle sue assenze.


L'immagine di te

E le tue dita scivolano sul bianco, leggere come carezze di madri.

Affondano nel nero, pesanti, come blocchi di marmo.

Timido il silenzio si ritrae e l'intimo più profondo si spande. 

E le tue dita danzano sul bianco, nel nero. Sono preghiere.

Disegni nuvole, onde lontane. 

Mi abbracci, mi bagni d'una pioggia sottile.

Sospeso in questa marea di note mi circondo delle tue trasformazioni.

Torna il silenzio e quel che resta sono le tue mani, giunte.


Sguardo

A volte il tuo sguardo mi veste, altre, mi denuda.

Mi spoglia di ogni pensiero così da lasciarmi inerme, prigioniero degli occhi, i tuoi.

Il tuo sguardo non perdona. Sospira con un lento battito di palpebre.

Risucchiato dal profondo mare dell'iride, mi lasci annegare nei mosaici dei tuoi mille colori.

Così che possa viver l'oblio nell'apnea di un tuo sguardo.


Parti 

Parti di te mi hanno concepito, parti di te mi hanno accudito e non ero già più parte di un grembo.

Parti di te mi hanno partorito, parti di te mi hanno dato vita e avevo già emesso i miei primi vagiti.

Parti di te mi hanno abortito e non ero già più un feto.

Madre e levatrice del mio amore ti perdo nel ventre della memoria.

Ora che il tuo volto trapassa il mio sguardo e al buio di una candela mi svesto delle lacrime, comprendo l'amore che ho lasciato nel tuo grembo.


Assenza

L'assenza è vana attesa. 

Eterea presenza di te che ti nascondi.

L'assenza non è dimenticanza ma ragionevole abbandono.

La tua assenza si veste di attese.

La mia presenza, invano, tenta di spogliarsi di quel che di te mi veste.


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