Quarantena
40 Anni, 40 giorni di quarantena. 40 giorni di solitudine.
Siamo stati incoronati. Ciascuno ha scelto la corona che più gli si addiceva. C'è chi si è fatto incoronare dalla paura, chi dall'amore, chi dalla rabbia. Si è dato voce alle più profonde ferite. La corona di ciascuno è specchio del filo spinato che abbraccia il Cuore. Il buio che si ha dentro è decisamente più denso del buio della notte.
Si esce di rado, ci si allontana dall'altro e ciò che andrebbe ricucito si strappa, lacerandosi. I lembi delle ferite sono sfilacciati, il taglio non è netto e neanche l'oro colato a caldo riuscirebbe a riempire tutti i fiordi.
Abbiamo bisogno di respirare la Vita e ci copriamo il volto. Rifuggiamo il confine tra il dentro e il fuori come ci si rifugia dalla morte.
È l'abbraccio vuoto di una madre ciò che resta. È l’abbandono la ferita più grande. Si è più soli lontani dal grembo. Ci si sveste dell’Anima.
...E allora a 40 anni sono ritornato nel mio grembo a scriver su fogli bianchi per varcare le prigioni buie.
E allora in questi 40 giorni sono tornato a esser marea e l'onda delle mie solitudini mi riporta da Me.
"Passerà questa pioggia sottile, come passa il dolore…". Nessun frastuono, il silenzio è voce dell'Anima. Ho scoperto il volto, e delicatamente accarezzato il Cuore.
In queste notti mi vesto d’Anima.
La neve bianca si è sciolta. Freddo è il brivido lungo la schiena.
Batte la campana, suona il violino, batte il tamburo, voci soavi cantano.
Il buio che è dentro è decisamente più profondo del buio della notte. Accendo una candela e scosto il velo. La luce mi entra negli occhi, torno a respirare. Vuoto la ciotola colma di sangue rappreso. Alzo gli occhi, l'ombra si ritira e le Stelle mi porgono l'Infinito. Socchiudo le palpebre e giunte le mani prego perché l'Eterna Presenza compia in me il Destino.
40 Anni, 40 giorni di quarantena. 40 giorni di solitudine. 40 giorni di Me in Me.
“Allora il Maestro si alzò e disse: «Anche tu la sai, ma lui incomincia a capire. Colui che vuole comprendere per conoscere, alla fine, si rende conto che non deve seguire le mie orme, bensì lasciare le sue spostandosi all’interno delle mie, perché è dentro che troverà se stesso, perché è dentro che si trova la gioia perduta, perché è sempre dentro che si trova la porta verso l’esterno dei mondi, l’esterno che è il vero Interno. Così la gioia non sorride a colui che raccoglie le mie parole, bensì a colui che si sposta all’interno…
… L’Uno nutre il molteplice ed il molteplice rimanda sempre all’Uno. Vi annuncio: non separate, spostatevi fra le separazioni. È in questo modo che voi vi porrete in voi. Questa è la Via della quiete, perché la quiete è il centro del cambiamento».
Vangelo di Maria Maddalena

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