Sogni
Quella notte aveva un odore acre, l'aria sembrava si fosse imbevuta di uno strano veleno. Le palpebre divennero pesanti, e lui si abbandonò alle visioni.
Quella notte lui e lei cenarono insieme. L'uno di fronte all'altra, guardandosi a volte gli occhi, altre le mani, perdendosi tra le parole e i silenzi, quelli di imbarazzo o d'assenza. Talvolta a occhi socchiusi, di nascosto, tentavano di ingannare il tempo per ritrovarsi lontano e immaginare di essere un solo corpo. Talvolta quegli stessi occhi indugiavano sulle labbra, assaporando un bacio effimero. Quella notte la realtà, timidamente, fece un passo indietro. Quella notte lui e lei scesero in strada tenendosi per mano, cercando l'uno nell'altra la parte di sé mancante. Passeggiarono non più come ombre ma come corpi densi e pesanti, partoriti fugacemente dal grembo di un sogno. Quella notte lui e lei sorrisero alla luna confidandole in gran segreto le loro più profonde illusioni. Pregarono affinché quelle illusioni potessero prendere respiro. La notte li consacrò. Consacrò i loro corpi, consacrò le loro anime all'amore. Quella stessa notte lui inspirò dolcemente lei, lasciandosi inebriare e sopraffare. Si abbandonò alla sua fragilità e non ebbe più paura. Lei gemette e accolse dentro di sé la vita. Si addormentarono poi l'uno accanto all'altra.
Quella notte dall'odore acre accolse il loro respiro e nell'apnea dell'alba il sogno destò la realtà.
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