L'Illusione del Tempo


Ci incontravamo di notte quando il buio nascondeva ogni cosa. 
Ci incontravamo nel silenzio disegnando parole fra le stelle. Restavamo ore al chiarore della luna, abbracciati, lontani dallo spazio e dal tempo. Il profumo del tuo corpo si diffondeva profondo nelle mie narici, a volte trattenevo il respiro per sentire quel profumo vestire i miei pensieri. Lasciavo scivolare le mie mani fra le pieghe dei tuoi veli, scoprivo la tua pelle bianca come latte. Scoprivo i tuoi baci, profondi quanto gli abissi, trattenevo i tuoi sospiri per sentirli riecheggiare nella mia mente, ancora e ancora. Arrivava la luce dell'alba e per pudore tornavi a vestirti dei tuoi veli. Il tempo, diradato e lento della notte, diveniva veloce nel nascere del giorno. Mi baciavi dolcemente e correvi a piedi nudi verso casa. Chiudevo gli occhi…la notte tornava magicamente. Il tempo faceva un passo indietro e il ricordo faceva volar via, di nuovo, i tuoi veli. Ti avrei amato ancora e ancora. Entravi dalla finestra socchiusa e tornavi ad avvolgerti nelle lenzuola di lino. Mi raccontavi che restavi ad occhi aperti a ricordare. Sul soffitto imbiancato a calce, il bianco divorava il colore dei tuoi ricordi. Ci incontravamo di notte, di nascosto. Ogni sera scoprivo un tuo nuovo segreto. Ogni sera scoprivi un mio nuovo pensiero.L'altra notte ti ho aspettata a lungo. Il tempo sembrava essersi fermato. Il tempo! Il tempo incapace di contenere i miei pensieri, ordinare le mie ansie. Poi arrivò la luce e tu… tu non eri con me a rivestirti e correre verso casa. Attendo, ogni sera ti aspetto, silenzioso, sempre più silenzioso. Guardo la luna e nel suo pallore ritrovo riflesso il tuo viso. Giaccio, qui, sull'erba, lo sguardo rivolto al cielo e l'orecchio teso per ascoltare i tuoi passi da lontano. Le notti sono avvelenate dalle tue assenze! Non ho più notizie, la tua voce tace, il tuo sorriso è lontano e non oso parlare, non oso pensare….L'altra notte ti ho sognata…Ho vomitato lo spazio e sospeso a mezz’aria, guardavo il mio corpo che giaceva raggomitolato sui fili d'erba ancora bagnati dalla brina. Ho sognato il nostro primo incontro! Avevi i capelli legati e un leggero trucco che come un velo celava e rendeva sensuali gli occhi. Mi raccontavi di te. Non ricordo le parole, è un sogno, solo immagini, niente voci. Mi sono innamorato di te anche nel sogno. Ho conosciuto le tue labbra e mi è sembrato di conoscerle da sempre…Il caldo poi deve avermi svegliato. L'aria era ferma, stagnava. Quanti anni sono trascorsi da quel giorno, da quel sogno, mai l'ultimo. Ho cambiato città, sono cambiato, sono invecchiato prematuramente. L'altra sera ci siamo rivisti per caso, ho incrociato il tuo sguardo, ci siamo salutati come due vecchi e imbarazzati amanti. Poche parole, qualche sorriso e di nuovo divisi dalla strada, dalla folla, dal tempo. Ti ho scritto di notte: un messaggio, poche righe e infiniti ricordi. Ho sperato e atteso un tuo pensiero.  Tic Toc, non è il solito rumore del tempo, del rincorrersi di due lancette, è il tempo che si ferma, è il suono del tuo messaggio.
L'appuntamento è per domani. Provo a dormire e invece tutto è fermo…Assaporo il tempo che ha dilatato la tua assenza, assaporo il tempo che ci ha tenuto lontano.
È il 21 marzo, il primo giorno di primavera.
Sono seduto in un bar, ti aspetto, guardo di fuori attraverso l’ampia vetrata…
Ti aspetto. Guardo ancora di fuori, la gente sembra scivolare sul marciapiede, sembrano tutti come sospinti da un tapis roulant, uno di quei nastri che scorre e che si avvolge di nascosto nel sottosuolo. Nessuno mi guarda, nessuno guarda all’interno del bar, tutti corrono, scappano avvolti dai loro pensieri, dal loro tempo. La mia mente per un attimo si estranea… 
Le tue mani mi chiudono gli occhi. Le riconosco, conosco il tuo profumo, e poi anche le mie palpebre hanno tatto, riconoscono la tua pelle. Mi saluti con un bacio sulla guancia dolce e fugace. 
Resti per qualche istante in piedi aspettando ti chieda di sederti, io resto in silenzio, incantato, sospeso e così fai tutto da sola. E ora eccoti qua, di nuovo di fronte a me, come un tempo, come ora…
Ci incontriamo dopo anni... sorridi e il tempo si ferma!
Riconosci il mio profumo, lo stesso di sempre, e il tempo fa un passo indietro! 
Sorrido e pensieroso ti chiedo come stai, le tue risposte sono brevi, tante sono invece le domande. Chiedi di me, del lavoro, se ho un'amante.  I nostri occhi fuggono dal guardarsi. Ci guardiamo le labbra e le parole che vengono fuori. Nei nostri pensieri il tempo è una pura illusione.
Giochi con un piccolo portafortuna, e gelosa del suo nome cerchi di portarlo via. Beviamo qualcosa, di nuovo occhi negli occhi. Ho smesso di guardare le parole, ora ascolto il suono e invecchio nel colore dei tuoi occhi. 
Che cosa è cambiato? È cambiata la vita, sono diversi i giorni lontano da te, sono diversi i tramonti, diverse le notti e i silenzi.
Resto a guardarti… il tempo è fuori, aspetta… il tempo fuori scorre… mentre qui, ora… tutto è fermo… ci siamo io, te e il silenzio, il silenzio che ci rende complici ed estranei.
Ci incontriamo dopo anni e immuni al tempo, insensibili al tempo che passa, i tuoi occhi continuano a guardarmi, sembrano scavare nei miei pensieri, sprofondare nella mia mente e io... ti guardo anche io, mettendo a nudo le mie rughe e i sogni che il tempo ha reso ubriachi e stanchi.
Torna il silenzio, tu abbassi gli occhi e resti con le labbra socchiuse.
Ti guardo le mani, guardo le dita affusolate, poi lo sguardo si dirama, si perde, sconfina… Qualche minuto fa vedevo i tuoi contorni, ora solo la tua essenza. 
Tutto è fermo, raggrumato, gelato, incastonato nel tempo che non ha alcun effetto, alcun potere… Io e Te al di là del tempo, fermi, immobili, come statue di cera.
Mi guardi stupita, sorridi e ripeti la frase di una vecchia poesia. Io abbasso gli occhi, faccio finta di guardar altrove e invece fisso le tue mani, continuo a fissarle, si muovono, fendono l'aria… le ricordo scivolare lente sulla mia pelle, poi guardo il tuo viso, ti accarezzo dolcemente con gli occhi chiudendo le palpebre... una e più volte ancora. 
Non conosco più i tuoi segreti, il tuo pudore e la tua fede me li nasconde, eppure ora che rivedo i tuoi occhi mi sembra di poterli capire, afferrare… per qualche ora ho riassaporato l'essenza del tuo pensiero divenire luce sulle tue labbra e nell'incanto di un tempo senza tempo, ho potuto riamare le tue mani, il tuo sorriso. Ho rivisto nei tuoi occhi il tempo fermarsi, dilatarsi fino a rendere il presente solo un profumo.
D'un tratto i tuoi occhi si fanno lucidi, è ora di andar via. La realtà si deforma e tutto crolla come fosse un domino, un castello fatto di carte distrutto da una mano disattenta. 
Le tue dita tornano a sfiorarmi, torno per un istante a respirare sulla pelle bianca delle tue mani. Tremi e sospiri, il tempo fugace di un bacio e di un nuovo silenzioso addio…
Seduto in un bar ti aspetto… aspetto e spero le tue mani tornino a sorprendermi e a carezzarmi gli occhi, aspetto e spero le tue labbra si schiudano ancora e mi lascino lì, sul loro orlo, come su di un baratro a sospirare.
Immuni al tempo, insensibili al tempo, agli eventi che ci hanno diviso, i nostri sguardi tradiscono o sembrano tradire il nostro silenzio. Forse sono illusioni, forse sono sogni, chissà… 
Ci incontravamo di notte, i nostri corpi si raggrumavano… ora restiamo ombre, illusi o disillusi che un'altra vita darà di nuovo forma ai nostri corpi. L'altra notte ti ho sognata ancora, era il nostro ultimo incontro! Serbo questo sogno gelosamente come fosse il segreto di un incontro proibito. Domani sposerò ancora le tue assenze, penserò o mi illuderò di conoscerti un po’ di più e invece resterai dispersa, intrappolata nel confine che divide il sogno dalla realtà…

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