di notte ...
Ieri notte sono tornata tardi, ho fatto una doccia calda e ho lasciato scivolare sulla mia pelle l’acqua infinite e infinite volte affinché lavasse via ogni cosa, ogni odore, ogni respiro, ogni umore. Ho asciugato la mia pelle lentamente, come se l’accarezzassi. Mi sono presa cura di me, lo faccio ogni sera dopo che per ore ed ore mi violento lasciando il mio corpo in balia di estranei. Cerco di dimenticare le mani che mi sfiorano, le labbra che mi baciano. Il desiderio di possedermi è avido, violento, non c’è spazio per la dolcezza né per assaporare il tempo. I miei amanti non hanno un volto, non hanno un nome, sono un corpo che preme forte contro di me ansimante e assente. Ogni cosa si consuma in pochi istanti, attimi. Il mio corpo è in vendita in una vetrina priva di addobbi e cianfrusaglie. Mi spogliano con violenza senza far caso al mio respiro. Mi spogliano e la mia anima si rintana, si nasconde vestendosi di silenzi rubati, di buio.
Finalmente a casa! Finalmente nel mio letto protetta da lenzuola linde e profumate. Le scie di luce continuano a riflettersi nei miei occhi e i ricordi si ricongiungono ai miei respiri. Provo a dormire cercando di dimenticare il tempo.
Finalmente a casa! Finalmente nel mio letto protetta da lenzuola linde e profumate. Le scie di luce continuano a riflettersi nei miei occhi e i ricordi si ricongiungono ai miei respiri. Provo a dormire cercando di dimenticare il tempo.
Stamattina mi sono svegliata presto, era l'alba e sono rimasta a letto a godere delle prime
luci del mattino. Lascio sempre la finestra socchiusa così che le prime luci possano
inondarmi gli occhi. Sono rimasta a letto, al caldo sotto le lenzuola per qualche ora,
immaginavo di averti accanto, mio dolce e lontano amante. A volte cerco di riesumare il
passato così da incontrarti ancora. Mi sembra allora di poter toccare nuovamente le tue
mani e sentire la tua pelle sulla mia. Stringo forte la tazza di tè e cerco tepore annusando a
occhi chiusi i vapori che esalano. E' notte! Sono di nuovo in strada, ai margini di una vita in un angolo di luce, di buio o di
silenzio. Di nuovo in strada, di nuovo con un uomo sconosciuto che affannosamente mi
chiama puttana. Resto in silenzio, lasciandomi scivolare addosso quelle parole, quelle
mani, quelle labbra. Il suo piacere mi sfibra, mi dilania. Vorrei lasciar andar via la mia pelle come fanno i
serpenti, vorrei cambiare pelle per far andar via queste mani, queste labbra. La notte ha un odore acre, un sapore metallico. I fari squarciano questo buio che come un
grembo vorrei mi proteggesse. Sul ciglio di questa strada deserta e silenziosa aspetto,
aspetto. Una macchina si avvicina, i volti tinti di nero mi deridono, le voci si sovrappongono. La
mia bellezza è consumata e violentata da parole fredde, taglienti. I fari si allontanano, resto
sola, attendo.
Penso al mio amante, alle sue mani calde e setose, il ricordo del suo sorriso mi scalda. Un tempo eri qui, accanto a me, non avresti permesso che ciò che sto vivendo mi
accadesse, accadesse proprio a me. Ti ho visto mio dolce sposo congedarti da me
silenzioso, lasciandomi prigioniera e schiava di queste genti.
Ti ho guardato andar via ricordando il tempo lontano quando sentii il respiro dei tuoi
silenzi, quando sentii il tocco delle tue mani. Allora avevi un nome, un tempo, ora non più,
sei solo un altro fantasma che violenta le mie notti.

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